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Novembre 10, 2022

93 anni leggendaria regina dei pois! Yayoi Kusama ha trascorso tutta la vita affiancata da malattie mentali, creando un mondo di sogni infiniti con una passione folle.

L’artista contemporanea giapponese di fama mondiale Yayoi Kusama è nata nel 1929 nella città giapponese di Matsumoto ed è famosa per i suoi ampi motivi a pois e installazioni infinite. Il tema dei pois deriva dai disturbi mentali che affliggevano Yayoi Kusama sin dalla sua infanzia, il suo mondo era circondato da varie trame intricate, descrivendo quella sensazione come se stesse ruotando in uno spazio infinito. Successivamente, ha trasformato i suoi anni di tormento in elementi creativi, utilizzando la pittura per lenire i sintomi della malattia e affrontare il dolore causato dalle allucinazioni.

Conflitti familiari e il desiderio di diventare un’artista la spinsero a trasferirsi negli Stati Uniti nel 1957 e stabilirsi a New York City. Prima di lasciare il Giappone, distrusse molti dei suoi primi dipinti, dimostrando una determinazione senza compromessi. Tra le prime opere realizzate a New York City c’è il suo dipinto “Rete Infinita”. Questi disegni composti da migliaia di piccoli punti circolari, ripetuti continuamente su grandi tele, sembrano estendersi all’infinito. Queste opere superano i confini fisici e psicologici della pittura di Kusama, creando una sensazione quasi ipnotica sia per lo spettatore che per l’artista. Nonostante la sua scarsa fama nella scena artistica di New York in quel periodo, lei si ripeteva: “Un giorno conquisterò New York e otterrò tutto ciò che desidero”.

Quando Yayoi Kusama lavorava instancabilmente giorno e notte, sviluppò un percorso artistico unico. Nel 1965, Kusama creò la prima Infinity Mirror Room al mondo in una galleria d’arte di New York, che è considerata il precursore delle Infinity Mirror Rooms. Le sue idee artistiche avanguardiste furono addirittura imitate da artisti più famosi dell’epoca, ma coloro che le rubarono l’idea ricevettero molta più attenzione, facendola sentire scoraggiata e portandola persino a pensare al suicidio.

Nel 1966, Yayoi Kusama, senza alcun invito, portò i suoi 1500 specchi alla Biennale di Venezia, esponendo il suo “Giardino di Narciso”. Vendeva le sue opere all’esterno del padiglione a pochi dollari, ma venne fermata dagli organizzatori dopo aver venduto solo alcuni pezzi. Questo evento portò grande fama a Kusama, con musei d’arte come il MoMa di New York che la invitarono a esibire performance di arte improvvisata e avanguardista. Piano piano, il suo nome cominciò ad essere rispettato nel mondo dell’arte.

Fino al 1973, Yayoi Kusama decise di tornare in patria per ricevere cure per la sua malattia mentale, trasferendosi in una struttura sanitaria. Durante questo periodo continuò a creare senza sosta, producendo opere ancora più stravaganti di prima. Il dolore della creazione spesso è accompagnato da sofferenza, e in questo periodo Kusama ha consolidato temi come l’infinito, l’accumulo, la connessione totale, l’universo biologico, la morte e la forza della vita.

Dopo un periodo di isolamento, Yayoi Kusama è tornata alla creazione su tela, rendendo sfocata l’esistenza dello spazio reale con zucche piene di pois, linee infinite, fiori vivaci sovrapposti, e altro ancora. Nel 1993, il Biennale di Venezia, che in passato l’aveva esclusa, ha invitato Kusama a esporre. Questa volta, ha finalmente sconvolto il mondo dell’arte dominato dall’Occidente con le sue opere, diventando una figura di spicco nell’arte contemporanea.

Fino ad ora, Yayoi Kusama vive ancora in un ospedale psichiatrico, la sua creazione quotidiana rende la pittura il miglior rimedio per guarire l’anima. Yayoi Kusama descrive se stessa come entrata in uno stato di “auto-scioglimento” attraverso l’arte, dicendo: “Mi trasformo in polvere, galleggiando nell’infinito universo per un tempo illimitato, raggiungendo lo stato di non-ego”.

Finora, ha scelto di non reprimere le folli fantasie nella sua mente, ma piuttosto di dipingerle liberamente sulla tela. È ossessionata dai punti, poiché crede che rappresentino l’universo e il cammino verso l’autodissoluzione. Condivide: “La Terra, la Luna, il Sole, le stelle e persino gli esseri umani sono tutti composti da punti. La Terra è solo un piccolo punto nel vasto universo… Quando le persone si identificano con la natura come punti, possono fondersi con il mondo.”

Fino ad oggi, le sue creazioni iconiche sono diventate un importante capitolo nella storia dell’arte contemporanea, con un’influenza che si estende ai settori dell’arte, della moda, delle tendenze e oltre, diventando un segno culturale ambito da tutti. Alcuni la definiscono un genio, altri un pazzo, ma in ogni artista di successo, chi non porta con sé una sorta di ossessione quasi folle per creare?

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